Perchè Cáceres

Rispondo io, il marito.

Naturalmente perché è il set del Trono di Spade… hahahahaha! … scherzavo, tuttavia anche se tale motivazione sarebbe sufficiente, il desiderio di avere con noi le nostre rispettive famiglie ci avrebbe fatto soprassedere sul fatto di trovarci ad Approdo del Re dove si è consumata la fine di Re Joffrey o dove la regina Cersei è stata costretta dall’alto Passero a percorrere nuda le vie del paese, pertanto le vere ragioni sono di carattere principalmente simbolico-religioso e mi appresto a spiegarle.

Anzitutto questa scelta è dipesa interamente da me e non smetterò mai di ringraziare Giuliana per avermi concesso la possibilità di metterla in atto. Tutto è iniziato quando nei miei amati panni da pellegrino di Santiago ho deciso di percorrere per la sesta volta il Cammino scegliendo la Via che parte dal sud della spagna (il nome ufficiale è Via de la Plata).

Dopo 11 giorni di marcia, nei pressi di Caceres (più esattamente a Valdesalor) ho ricevuto la chiamata di Giuliana che, emozionatissima, mi comunicava l’esito del test di gravidanza: adesso, non che ci fosse alcun sentore riguardo la possibilità che la mia futura sposa potesse essere in stato interessante, in tal caso non mi sarei mai allontanato da casa, c’erano solo sensazioni fisiche che la mia dolce compagna ha trasmesso alla sua amica Sara (con noi a Caceres come testimone della sposa) in visita a Ragusa. Ad ogni modo, la prima parola al telefono è stata un perentorio e tremolante: siediti! Al che mi sono guardato intorno: il pueblo di Valdesalor era alle spalle e a parte la ghiaia rovente non avevo davvero alcun posto dove sedermi, ho deciso quindi di continuare nella marcia anche perchè, in qualche modo, avevo già qualche sentore circa l’oggetto della chiamata visto che fino ad allora non avevo fatto altro che imbattermi in nidi vuoti di cicogne, camion che trasportavano pannolini e persino la culla in stanza nel bnb della sera precedente.

Non appena Giuliana mi ha informato che sarei diventato papà sono stato assalito da una raffica di emozioni ed il fatto che nessuna di queste fosse negativa mi ha reso entusiasta. Ho percorso i 20km che mi restavano per Caceres ad una velocità strabiliante (credo di aver toccato gli 8km orari) e, una volta arrivato a destinazione, ho fatto mettere il mio ultimo sello (il timbro che viene impresso sulla credenziale di un pellegrino da parte di un soggetto che certifica in tal modo che sta facendo il cammino) proprio nella chiesa dove ci sposeremo, un posto che ho trovato suggestivo ed ispirante.

Per le dovute operazioni di pulizia fisica mi sono poi ritirato nell'”air bnb” di un pittore locale e, nella stanza che avevo affittato, sulla parete c’era appeso questo quadro:

“Non credere che il meglio per te debba ancora arrivare, nè che sia già passato. Il meglio è adesso!!”

Dopo la doccia speravo di poter fare un breve riposo in modo da poter metabolizzare la notizia in maniera più lucida: bisognava decidere se continuare il Cammino fino a Santiago de Compostela o se tornare a casa dalla mia Giuliana ma… ahimè… spegnere la mente per riposare quando un costante stato di piacevole ansia dominava i pensieri era un’impresa che mi sarebbe risultata difficile anche se avessi passato 7 anni in Tibet; ho quindi optato per un giro in città utile a schiarirmi le idee.

Mentre ammiravo le numerose opere architettoniche di Caceres con fare stralunato, comprendevo che non ero ancora in grado di prendere una decisione: anche se Giuliana mi aveva dato la sua benedizione per continuare il Cammino, non potevo ignorare la portata dell’esperienza che stava vivendo dentro il corpo, bisognava solo capire se poteva fare a meno di me per altri 20 giorni o se al contrario la mia presenza dovesse essere assolutamente necessaria. Perso in questo dilemma ho preferito rimandare la decisione all’indomani.

Dopo una notte inquieta, alle prime luci dell’alba ero assolutamente consapevole di quello che dovevo fare. Ho svuotato la camel bag (accessorio essenziale sulla Via de la Plata)l’ho riposta dentro lo zaino ed in mezz’ora ero già pronto per tornare a Siviglia e ripartire per la Sicilia.

Per quello che ricordo, in merito a questa scelta non ho avuto bisogno di valutare alcunché. Ho deciso di tornare da Giuliana non perché mi sentissi in dovere di farlo né perché temessi che non ce l’avrebbe fatta da sola; in effetti è stato il Cammino stesso a dirmi cosa fare aprendomi al desiderio di starle vicino, facendomi sentire nel profondo che non era più Cañaveral la tappa di quel giorno ma il viaggio verso casa.

Il successivo Natale, mentre consegnavo a Giuliana il mio anello di fidanzamento, le ho chiesto se voleva sposarmi e se voleva farlo nella chiesa dove avevo posto l’ultimo sello. Lei ha risposto di si con entusiasmo… ed ecco perchè Caceres!

Vi lascio alcune testimonianze di quel giorno, naturalmente la consapevolezza razionale di quello che è accaduto sarebbe arrivata solo dopo e mi fa sorridere guardarmi mentre cerco di giustificare l’addio alla via con la necessità di tornare a casa per dovere morale.. in realtà era quello che volevo fare e punto… 🙂

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